sabato 3 ottobre 2009

Another brick in the wall


"Un altro mattone nel muro": così recita il titolo di questa canzone dei Pink Floyd. I mattoni in realtà sono "neutrali": nè buoni ne cattivi.
Con un mattone alla volta puoi costruire una casa per riscaldare la famiglia, puoi costruire ponti per riallacciare relazioni andate perdute. I mattoni possono sostenere una diga per la produzione di energia elettrica...
D'altro canto, i mattoni inoltre possono formare muri ostili, dividere e separare irrimediabilmente due persone, due popoli, due cuori. Il mattone schiaccia il pensiero delle menti facendo credere che il prossimo ed il diverso da me siano non un'opportunità ma una minaccia.
Tu quali mattoni opprimenti vorresti togliere dalla tua vita, dalla tua scuola, dal tuo paese, dalla società? Quali sono i mattoni invisibili e nascosti che ci vengono imposti come pesi necessari da portare?

4 commenti:

  1. federica barbieri 3DL1 novembre 2009 alle ore 12:54

    L'inizio del secondo video dei Pink Floyd, in cui compare un bambino spaventato e angosciato, ti fa precipitare nella tragicità dell'argomento trattato. Il seguito dà un'immagine antiquata dell'eduzione e della scuola, caratteristica del periodo del primo dopo guerra.Tutto è rappresentato come un enorme ingranaggio mirato a dominare le menti dei ragazzi per trasformarli in automi. I bambini diventano parte di una catena di montaggio, imprigionati in maschere, che reprimono la personalità, la creatività, i sentimenti e la voglia di vivere. Odioso il sarcasmo del professore, che deride la poesia, è l'antagonista di Robin Williams nell'"attimo fuggente". Terribile il tritacarne, che indica che la vita umana non ha nessun valore. Doverosa la ribellione al sistema e alla schiavitù mentale! Disapprovo però l'aspetto violento che purtroppo accompagna ogni tipo di rivolta. La simbologia del video colpisce nella sua crudezza, trasmettendo in maniera efficace il messaggio che l'autore vuole comunicarci.

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  2. Alessandra Angela Maggi, 2°EL17 dicembre 2009 alle ore 18:14

    Buonasera, professore... be', è inutile che le ripeta che il mio ragazzo è rumeno: ormai è un anno che la scoccio con i miei crucci.
    Ci sono tanti muri che andrebbero abbattuti, in questa realtà corrotta in cui viviamo. Tanto per dirne uno possiamo parlare dell'omertà. Brutta cosa tacere le ingiustizie di cui si è a conoscenza per paura di chi è più potente. D'altro canto, quando hai una famiglia se vieni minacciato hai poca scelta. QAnche la legge del più forte è una cosa di cui si potrebbe discutere. Ma la cosa che più mi da sui nervi, e lei lo sa bene, è il RAZZISMO. Giudicare le persone inferiori o pericolose solo perché sono diverse. DIVERSE. Il razzismo è molto più che denigrare una persona di colore. Il razzismo è l'odio verso chi è anche solo un po' diverso da quello che siamo noi. Se una ragazza non mette abiti di un certo tipo, se un ragazzo non si porta a letto minimo tre ragazze al giorno, se qualcuno preferisce la musica classica a quella attuale. In tutti questi casi, il Gruppo opera razzismo nei confronti di quella persona: lo isola, lo schernisce, lo provoca, lo insulta. So come ci si sente. Appena lei è uscito dalla classe, oggi, una persona mi ha ferito. E solo perchè in passato ho avuto una relazione con una persona più anziana di me. Una persona che amavo e a cui ora voglio molto bene. E per questo vengo insultata, pesantemente. Ma io ignoro. C'è però chi non possiede i miei nervi saldi, persone più fragili che vengono spesso portate al suicidio da questo bullismo verbale.
    Questo è un muro da eliminare. Abbattere. Disintegrare. Ma purtroppo sono pochi quelli che lo capiscono.
    Un bacio.

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  3. x Alessandra Maggi non ti sembra di esagerare un pochino? io ti capisco è giusto difendere il razzismo il bullismo ecc... ma secondo me l'unica maniera x difendersi è ignorare le persone che ti feriscono perchè le persone che ti insultano non aspettano altro che vedere la tua reazione ma se tu non hai reazione pensa a quanto ci rimangono male loro!

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  4. Alessandra Maggi, 2°EL22 febbraio 2010 alle ore 19:16

    Be', certo, ignorare è una buona arma. Ma non tutti sono abbastanza forti. Le persone FRAGILI non sanno ignorare.

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